Fibromialgia e osteopatia

Fibromialgia e osteopatia

La fibromialgia è una sindrome che riunisce molti sintomi, primi fra i quali dolore muscolare cronico, diffuso e migrante nella sua localizzazione. Vi si accompagnano astenia, disturbi del sonno, disturbi della sensibilità, e spesso sintomi depressivi o ansiosi.
Non si conosce la causa sottostante allo sviluppo della fibromialgia; attualmente l’ipotesi più probabile è che vi concorrano più fattori, fra cui un fattore reumatologico, un fattore immunitario, un fattore psichico e più genericamente importanti fattori di “stress”.
Ne deriva un quadro spesso severo di disabilità contemporaneamente fisica, psicologica e infine sociale, rendendo difficile così capire quanto i segni rappresentino la causa o la conseguenza di questa sindrome.
Gli studi in merito sottolineano che certe disfunzioni fisiche sono significativamente legate ad alcuni di questi sintomi: la rigidità toracica e l’alterazione del movimento diaframmatico sono legate ad ansia e affaticabilità, l’alterazione del sistema nervoso vegetativo è legato alla cattiva gestione dello stress, ai fenomeni pseudo reumatologici, ai disturbi del sonno e all’irritabilità intestinale, e infine la rigidità connettivale diffusa è legata ai dolori del sistema muscolo scheletrico.
E’ stato osservato come la manipolazione del sistema fasciale dell’organismo, che racchiude tutte le strutture connettivali, attraverso tecniche dolci e non invasive è in grado di migliorare i disturbi in questi pazienti.
L’osteopatia è un’arte manuale che ha nella propria filosofia l’obbiettivo di riequilibrare l’organismo nelle sue funzioni e nei suoi ritmi vitali, agendo spesso con tecniche raffinate ed efficaci, non aggressive ma rispettose della fisiologia. Per questi motivi rappresenta una valida alternativa nel trattamento manuale dei pazienti affetti da fibromialgia.
In particolare, è stata studiata l’applicazione delle tecniche cranio-sacrali, che sono tecniche di manipolazione estremamente delicate ma altrettanto incisive sul sistema connettivo più profondo, la cui mobilità è legata alle funzioni vitali più importanti, come la fisiologia del liquido cefalo-rachidiano, il funzionamento del sistema nervoso autonomo e la regolazione dei ritmi corporei.
Il risultato di questi studi effettuato a breve, medio e lungo termine, ha riscontrato un significativo contributo nel miglioramento della qualità di vita di questi pazienti, misurando fra i vari parametri i livelli di dolore, qualità del sonno e ansia.
L’esperienza personale si sovrappone a questi risultati, che risultano essere tanto più stabili quanto più il paziente è costante al trattamento periodico e vi accompagna una maggiore attenzione nella gestione della propria quotidianità.